INVESTIRE IN BRASILE

Sempre più conveniente investire in Brasile

Sempre più conveniente investire in Brasile
Collegamenti sponsorizzati
Le piccole e medie imprese che decidono di investire in Brasile stanno aumentando. L'interesse scaturisce dalle prospettive di sviluppo del paese nel quale vivono oltre 30 milioni con reddito equiparabile a quello europeo. Molti imprenditori si domanderanno: ma come si fa a fare business in Brasile? Vi diamo alcuni consigli e se volete c'è anche la possibilità di ricevere una newsletter gratuita specifica per investire in Brasile
Il Brasile è un Paese in cui vivono circa venticinque milioni di cittadini di origine italiana che compongono un bacino di prima grandezza, interessato a contatti economico commerciali con il nostro Paese.
Le opportunità del mercato sono imponenti: con una popolazione di oltre 180 milioni, sebbene vi siano ancora presenti neI Paese vaste fasce di popolazione con un modesto potere d'acquisto: almeno trenta milioni dispongono di un reddito equiparabile a quello europeo. Quello brasiliano è un mercato con forti propensioni al consumo e alla ricerca di prodotti nella fascia alta del mercato dove il design è un elemento importante.
Nell’ultimo trimestre l’espansione economica è stata favorita dalla crescita dei consumi delle famiglie (1,3% su base trimestrale), della composizione del capitale lordo (1,7%) e delle esportazioni (0,7%).
Per quanto riguarda il futuro, il buon andamento dell’inflazione permetterà ulteriori riduzioni dei tassi d’interesse, che si ritiene scenderanno al 14,5% circa entro la fine dell’anno.
Tale ciclo di distensione monetaria favorirà un incremento degli investimenti e dei consumi privati nel 2006 e 2007, settori che nel 2005 erano stati penalizzati dagli elevati tassi d’interesse. Questi fatti, uniti ad una forte ripresa della richiesta dei prodotti brasiliani contribuiranno ad una crescita del PIL reale del 3,5% e 4,0% rispettivamente nel 2006 e 2007.
In tale contesto, l’export italiano è stato essenzialmente caratterizzato dalle movimentazioni commerciali provenienti dai comparti relativi ai prodotti chimici per agricoltura (fungicidi), macchine utensili (laminatrici, per imballaggi, per concerie), combustibili e suoi derivati (olio diesel, lubrificanti senza additivi), prodotti farmaceutici, propulsori, componentistica per industria automobilistica, aeronautica e movimentazione terra, materiale elettrico. Da segnalare inoltre la crescita delle esportazioni di beni di consumo classici del Made in Italy (abbigliamento, calzature ed occhiali griffati), concentrato essenzialmente nello stato di San Paolo.
Cresce il commercio italiano con il Brasile: +9,6% in un anno. Complessivamente l’interscambio nazionale è di quasi 5 miliardi. La Lombardia, prima in Italia, con 1 miliardo e 200 milioni di euro, costituisce un quarto del totale nazionale e cresce rispetto al 2004 del 3,3%. Secondo il Piemonte con 700 milioni di euro (14,4% italiano, +10,6%). Seguono Veneto con 544 milioni di euro circa (11,1%, +4,8%) e Puglia con 503 milioni di euro (10,3%, +20,3%). E le esportazioni italiane in Brasile privilegiano i macchinari industriali: per particolari industrie (14,3% del totale) e per uso generale (12,3%). Seguono i veicoli su strada (10,8%). Nell’import vanno soprattutto i minerali metalliferi (18,7%), il cuoio e pelli lavorate (9,2%), seguiti da caffè e cacao (8,1%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano su dati Istat al quarto trimestre 2005.
In questi ultimissimi anni si sono andati moltiplicando gli investimenti delle PMI italiane, a fronte di alcune grandi entità italiane che hanno alleggerito la loro posizione, o abbandonato completamente il mercato. Va poi considerato che il dato numerico sopra citato non rappresenta compiutamente il quadro complessivo, dato che una parte consistente degli investimenti italiani “transita” attraverso i cosiddetti “paradisi fiscali” (Isole Cayman, Isole Vergini, Bermuda, Olanda, ecc.)
Persistono serie difficoltà burocratiche per l'investitore straniero che non sono mai così importanti da farlo recedere dalla decisione di realizzare l'investimento. Ci si riferisce al settore doganale, dei visti di lavoro, della fitosanitaria e della burocrazia in genere. Per contro, quando vengono presentati alle autorità politiche e amministrative brasiliane progetti di peso, queste ultime non hanno mai mancato di appoggiarli, anche con interventi concreti, inclusi finanziamenti agevolati ed incentivi fiscali. Peraltro alla base del nuovo programma di rinnovamento del Governo Lula vi è proprio una nuova Riforma Fiscale.
Stampa, invia via email, segnala nei tuoi social network



Lascia un commento su questa pagina:

Nome (Richiesto)
E-mail (Richiesta, non sarà pubblicata)
    Riscrivi le lettere visualizzate sulla sinistra