Normative sul VoIP
VoIP provider: il "tocco leggero" delle normative internazionali

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Andate e moltiplicatevi. Questo il messaggio che si evince dalle ultime considerazioni dell’ERG (European Regulators Group) sul quadro normativo da applicare ai VoIP provider. Nel documento n. 12 - 2005 vengono enunciate le linee guida che dovranno essere recepite dai legislatori dei 25 Stati dell'Unione Europea: quello del VoIP è descritto come un settore in fase di forte sviluppo, che necessita di un “Light Touch”, ovvero di una normativa che non comporti particolari restrizioni o obblighi onerosi per i provider. Per favorire la proliferazione di nuovi operatori, l’ERG ha ribadito la convinzione di non equiparare la fattispecie dei fornitori VoIP a quella delle tradizionali compagnie telefoniche. I VoIP provider rimangono quindi associati al profilo giuridico degli internet server provider, attualmente vincolati solo al possesso di autorizzazioni generali, mentre i fornitori di servizi telefonici hanno ben più pesanti obblighi, tra i quali la fornitura del servizio universale, il collegamento ai numeri d'emergenza, la fornitura di apparecchi telefonici pubblici a pagamento, i servizi per disabili, la portabilità del numero (adesso c'è solo la portabilità da fisso a VoIP, né l'inverso, né da VoIP a VoIP), la preselezione automatica e l'interoperabilità dei servizi (chiamate tra utenti di operatori diversi). Gli operatori saranno esonerati da questi obblighi fino a quando il settore non sarà giunto ad uno stadio maturo. Anche se già fervono i preparativi. Il 12 Maggio ’05 L’Autorità italiana per le Garanzie nelle Comunicazioni ha presentato un documento guida per le prossime leggi in materia. Rintracciabilità e intercettazione delle chiamate da parte delle forze dell’ordine, interoperabilità dei servizi e portabilità del numero, questi sono i servizi che in futuro diventeranno obbligatori per i VoIP provider italiani. Negli Stati Uniti, dove il settore appare più sviluppato (il 23% delle PMI già comunica attraverso VoIP), è stata appena recepita una direttiva della Federal Communications Commission: è stata imposta agli operatori VoIP l’implementazione della funzione E-911, la quale permette ai servizi di emergenza di identificare la località fisica e il numero da cui proviene la chiamata dell’utente. Questo servizio è diventato obbligatorio su espressa richiesta dell’FBI: la difficile intercettazione delle comunicazioni tramite VoIP ha costituito finora un limite all’attività investigativa del governo statunitense, attività che dal 2001 è diventata di cruciale importanza e che ha beneficiato di ripetuti interventi del legislatore. Questo è il primo passo concreto verso la regolamentazione che interesserà il settore negli anni a venire, e probabilmente l’esempio americano farà da battistrada per gli Stati in cui il VoIP si affermerà più lentamente.
Ritornando al caso europeo, alcuni costruttori di centralini VoIP come Nextel Italia hanno realizzato software di instradamento automatico e di back up per dare soluzioni alternative ai sopramenzionati problemi; comunque la priorità per ora è l’armonizzazione delle varie normative dei Paesi aderenti all’UE. Questa è auspicata dai principali operatori VoIP a livello internazionale, i quali non trovano conveniente districarsi tra profili giuridici diversi da Stato a Stato. In particolare Skype e Microsoft sollevano il problema delle autorizzazioni: non essendoci una normativa unificata, i VoIP provider che intendono fornire, ad esempio, un servizio esteso su tutto il territorio dell'Unione Europea, devono essere autorizzati da ogni singolo Stato, incorrendo a volte in profili legislativi inconciliabili tra loro. La Commissione Europea non potrà esimersi dall'affrontare la questione al più presto, "Light Touch" permettendo.
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