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Il grande cinema a Napoli: “Celebrità”

Il grande cinema a Napoli: “Celebrità”
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Anni fa sarebbe stato impensabile inserire questo film nella lista ma il grande cinema a Napoli passa anche attraverso Nino D’Angelo e il fatto che la critica stia rivalutando il suo operato corrobora questa teoria. “Celebrità” è l’esordio del giovane Nino sul grande schermo, è il primo di una lunga serie di lungometraggi di questo genere, soprannominato “musicarelli”, che hanno avuto grande impatto presso il pubblico.
Napoli pensa al cinema secondo diverse declinazioni. Oltre alla commedia e alla denuncia sociale, di cui ci sono stati innumerevoli esempi nel corso degli anni, esiste un genere tutto partenopeo che, nonostante un successo estremamente localizzato, ha da sempre mosso tanto pubblico. Si tratta del “musicarello”, cioè del film drammatico in cui i protagonisti cantano canzoni durante la storia. Il re di questo genere è indubbiamente Nino D’Angelo. “Celebrità” è il suo primo passo in questo mondo, grazie alla regia di Ninì Grassia.
La storia parla di Pasquale Capece, (che ha il casco biondo di Nino D’Angelo), che fa il mestiere del meccanico in un’umile famiglia napoletana degli anni ottanta. Nel quartiere si sa che Vincenzo ha una bella voce e potrebbe fare il cantante; incoraggiato da questo giudizio Vincenzo ci prova e parla con un impresario, il dottor Bianchi, che gli consiglia di pagare un milione di lire se vuole passare il provino. Ovviamente Vincenzo non possiede questi soldi ma ha due amici, ladruncoli del quartiere, che lo incontrano al bar e vedono che Vincenzo è triste. Essi gli propongono il prestito dei soldi che gli occorrono ma Vincenzo sa che questi denari sono rubati ed è tentato di rifiutare l'offerta. Comunque Vincenzo accetta, il giorno dopo porta i soldi al dottor Bianchi che lo conduce in una casa discografica, ma si rende conto che nessuno fa i provini. A questo punto capisce di essere stato truffato e la vicenda si tinge di amarezza con la scena tragica di Vincenzo che piange sulle scale. Vincenzo deve restituire i soldi ai suoi amici e non sa come fare. Decide di andare a rubare con loro. Per questo viene arrestato e portato in carcere dove, in seguito alla sua esibizione canora durante la festa dei carcerati, riceve i complimenti del direttore della prigione. Al momento della sua uscita dal carcere il direttore lo segnala a una casa discografica vera, dove trova i primi contratti di lavoro, la sua prima gavetta, per cantare nelle feste popolari. Il vero impresario dice che Vincenzo Capece è un nome che non è molto scenico e perciò gli propone il nome d’arte di Nino D’Angelo. Così, inseritosi nella carriera di celebrità, capita che una sera va a cantare in un locale, dove una ragazza gli propone di uscire con lui, anche se è già fidanzato con Lucia. Questa ragazza trattiene Nino per venti giorni a casa sua a Posillipo. Vincenzo per eventuali contatti lascia l’indirizzo al suo impresario mentre la sua mamma sa che in questo periodo egli è in giro per l’Italia a fare concerti. La mamma chiama l’impresario, si fa dare l’indirizzo e va dal figlio che è molto indeciso. La donna gli rivela che Lucia ha capito di averlo perduto e inoltre gli fa notare che la ragazza di Posillipo è “na malafemmena”. Quella stessa sera la ragazza invita tutti i suoi amici a casa per presentargli Nino D’Angelo, il suo fidanzato famoso ma, prima dell’arrivo degli amici, l’impresario fa una telefonata a casa di Nino per comunicargli che sua mamma è in ospedale. Nino a questo punto si sente in dovere di andare da lei e manda a quel paese la ragazza di Posillipo gli aveva proposto di fare solo una telefonata a casa.
Appena arriva in ospedale Nino parla con la mamma. Le comunica che è molto dispiaciuto di quanto successo e che è pronto a lasciare la carriera artistica e tornare a lavorare nell’officina e dalla sua Lucia. La donna è molto emozionata per questo cambiamento del figlio. Nino però deve fare ancora uno spettacolo, stavolta in televisione con una canzone nuova, proprio il giorno seguente. La mamma gli augura buona fortuna e il giorno dopo si fa montare un televisore nella camera, dove, in compagnia di qualche parente, vede suo figlio cantare ma, nel mezzo della canzone, ha un infarto e muore. Appena Nino torna vede alcuni suoi amici che, lavorando nelle pompe funebri, hanno approfittato della morte della mamma per fare soldi, ma uno dei due alla fine dice piangendo: “Nun se fà accussì, nun se fà accussì”, cioè “Non si fà così”. Il film finisce tra le note della canzone di Nino D'Angelo, col suo casco di capelli biondi come l’oro e il suo pianto accorato.
“Celebrità” è considerato a Napoli un opera cult e le canzoni contenute al suo interno sono diventati dei veri e propri successi in quel circuito.


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