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Il grande cinema a Napoli: “Il Giudizio Universale”

Il grande cinema a Napoli: “Il Giudizio Universale”
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Vittorio De Sica, nel corso della sua lunga e fortunatissima carriera da regista, ha più volte portato il suo cinema a Napoli. Ci fu un tentativo, pensato insieme al produttore Dino De Laurentis, in cui si portarono nella città del sole più di dieci attori famosissimi. In “Il Giudizio Universale” spuntano nomi come Alberto Sordi e Vittorio Gassman e camei di Domenico Modugno e Mike Bongiorno.
Cinema e Napoli è un binomio che funziona da sempre. Lo sapeva bene il regista Vittorio De Sica che più volte ha ambientato i suoi capolavori in zona partenopea. “Il Giorno del Giudizio” è un’opera ambiziosa che ha da subito diviso pubblico e critica. La presenza sul set di una quantità mai vista di celebrità ha fatto sì che la gente accorresse al cinema e che apprezzasse l’opera. Alcuni episodi, poi, come quello di Sordi, sono talmente ben riusciti che salvano a prescindere tutto il baraccone. Quello che l’intellighentia non apprezza è la mancata linearità di una storia troppo corale per essere seguita con facilità. Il rischio di cadere nel caos esiste e De Sica non sempre si districa al meglio.
Lo spunto della trama è semplice quanto potenzialmente geniale: al mattino di una normale giornata di una Napoli che comincia a sentire i positivi effetti del boom economico, una stentorea voce che sembra arrivare dall’alto dei cieli annuncia che “Alle 18 comincia il Giudizio Universale”.
Nel corso del lungometraggio l’annuncio si ripete con sempre maggiore insistenza, dapprima trattato con sufficienza e poi sempre più terrorizzante. L’intreccio si frammenta in una serie di scenari e storie legate fra loro. C’è la preparazione del gran ballo del Duca a cui tutta Napoli è invitata, la lotta per procurarsi vestiti all’altezza nei rioni più poveri, ci sono ricchi annoiati che si corteggiano, c’è un marito che scopre casualmente la moglie con l’amante, un povero cristo che sbarca il lunario vendendo bambini in America, un giovanotto della buona società fatto oggetto di prese in giro feroci dal popolino, l’improbabile difesa di un maneggione da parte di un verboso avvocato (che poi è lo stesso De Sica). Mentre il regista racconta, l’impatto della voce misteriosa si fa sempre più scardinante su questa varia umanità. Chi si pente troppo tardi, chi si dà alla pazza gioia, chi ostenta una falsa indifferenza: ognuno reagisce a modo suo.
All’orario annunciato, la città viene travolta da un tremendo diluvio. Dopo di che, con grande solennità, il Giudizio si conclude altrettanto misteriosamente di quanto si è annunciato. Tornato il sole, la gente si precipita al ballo del Duca e ben presto tutto viene dimenticato, al suono di una ironica “Ninna Nanna”.
“Il Giudizio Universale”, che vede la penna di Cesare Zavattini, è un tentativo di ritornare all’ispirazione surreale più che neorealistica di “Miracolo a Milano” ma le scelte da grande cast di De Laurentiis fanno sì che in un film su Napoli gli attori partenopei siano assenti e che parecchi interpreti passino attraverso le riprese senza ben capire cosa De Sica voglia da loro.
Le uniche eccezioni sono gli eccellenti caratteristi di sfondo, questi sì quasi tutti napoletani, tanto da lasciare il dubbio a parecchi critici che la stessa sceneggiatura, asciugata dal faraonico cast internazionale, avrebbe forse prodotto ben altri esiti artistici.


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