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I grandi campioni del Napoli calcio: Josè Altafini

I grandi campioni del Napoli calcio: Josè Altafini
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“Un gollasso”, questo è il simpatico modo di definire una rete spettacolare da parte di Josè Altafini, attualmente commentatore sportivo per importanti reti nazionali. I “gollassi” in realtà li faceva lui, li ha sempre fatti con tutte le casacche che ha indossato. Tra i tanti campioni sudamericani di cui il Napoli calcio può fregiarsi c’è anche lui che, insieme ad Omar Sivori, formò nel 1965 una delle coppie d’attacco più spettacolari di sempre. Brasile e Argentina sposate insieme a Napoli, all’ombra del Vesuvio.
Se uno degli attaccanti brasiliani più amati a Napoli fu la Perla nera Canè il cuore dei partenopei impazzì di gioia all’arrivo del carioca Josè Altafini. Prima dell’avvento di Maradona e Careca all’ombra del San Paolo giunsero due autentici fuoriclasse provenienti dalle stesse nazioni. Altafini, infatti, arrivò nella stessa sontuosa campagna acquisti che portò ad indossare la maglia azzurra anche ad Omar Sivori.
Josè era un attaccante dal fisico possente le cui migliori qualità erano la rapidità e il senso del gol.
Cresciuto nel Palmeiras (dove fu soprannominato Mazola per la grande somiglianza che aveva col capitano del Grande Torino Valentino Mazzola) esplose non ancora ventenne nella nazionale brasiliana quando vinse i Campionati del Mondo del 1958 in Svezia, segnando due reti in tre partite.
Acquistato dal Milan, confermò anche in Italia le sue doti di cannoniere.
In sette stagioni al Milan, vinse due scudetti ed una Coppa Campioni realizzando, in quella edizione del torneo, ben 14 reti, record della competizione. Nella partita con l’Union Luxembourg, vinta per 8-0, segnò ben cinque reti, record tuttora imbattuto e che divide con altri otto atleti.
Lasciato il Milan, approdò finalmente al Napoli calcio. Il presidente Achille Lauro voleva usare la squadra come fiore all’occhiello presso i napoletani per le elezioni e decise, quindi, di puntare ad una campagna acquisti sontuosa. Prese Sivori dall Juventus e lo mise accanto ad Altafini. Josè giocò per sette anni al San Paolo, dove segnò 71 reti in campionato, 11 in coppa italia e 15 nelle competizioni europee (5 in Coppa UEFA, 1 in Mitropa Cup, 6 in Coppa delle Alpi, 3 nel Torneo Anglo-italiano).
Alla fine del 1972 il nuovo Presidente decise di monetizzare dalla rosa e di svecchiare un po’ il parco giocatori e così Alatafini approdò, insieme a Dino Zoff alla Juventus dove, nonostante l’età non più verdissima, vinse da protagonista due scudetti nelle stagioni 1972-1973 e 1974-1975. Spesso risultò risolutivo pur partendo dalla panchina. Qui ci fu l’unica macchia della carriera di Altafini nei confronti del suo grande amore verso il Napoli calcio. Nella stagione 1974-1975 la classifica vedeva la Juventus prima ed il Napoli secondo a due punti. Entrando a pochi minuti dalla fine dello scontro diretto, decise la sfida segnando il gol del definitivo 2 a 1, rete che consentì alla Juventus di staccare definitivamente il Napoli e poi vincere il campionato. Josè si limitò solo a dimostrarsi un professionista ma i napoletani non gradirono lo stesso. Pochi giorni dopo la partita, su un cancello di accesso del San Paolo apparve la scritta: “José core 'ngrato”.
L’attaccante brasiliano chiuse la carriera indossando la maglia del Chiasso e del FC Mendrisiostar (oggi FC Mendrisio-Stabio) nel campionato svizzero.
Complessivamente, nella sua carriera italiana, ha segnato 216 reti in 459 gare di Serie A disputate, quarto assoluto per realizzazioni e primo fra i viventi nonché primo per presenze fra i calciatori non nati in Italia. Ha vinto la classifica marcatori a pari merito con Aurelio Milani, nel campionato 1961-1962.
Altafini ha la cittadinanza italiana in quanto figlio di emigrati italiani in Brasile. Questo gli consentì di giocare con la Nazionale italiana come oriundo, realizzando 5 reti in sei gare disputate e partecipando ai Mondiali del 1962 in Cile insieme a Sivori.


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