Napoli calcio

I grandi campioni del Napoli calcio: Bruno Pesaola

I grandi campioni del Napoli calcio: Bruno Pesaola
Collegamenti sponsorizzati
Il calcio è fatto di gol e quindi di attaccanti ma è fatto anche di atleti che questi gol li fanno segnare. In anni in cui oltre alla tattica esasperata e una tecnica base contava molto il fisico erano fondamentali i cross. Al Napoli calcio ai vari Luis Vinicio, Hasse Jeppston e Giancarlo Vitali i rifornimenti arrivavano da un piccoletto che furoreggiava sulle fasce. Si trattava di un campione tutt’ora molto amato nella città del golfo: Bruno Pesaola.
“Sono un napoletano nato all’estero”, questa è la frase che sintetizza l’amore sconfinato che Bruno Pesaola prova per Napoli. Si tratta di un campione che portò per anni l’acqua ai nomi più blasonati ma il cui valore indiscusso fu da sempre riconosciuto dalla gente, che ricambiò l’affetto e la stima fin dalla prima stagione al San Paolo. Argentino, nato a Buenos Aires nel 1925, era noto col soprannome di “Petisso” e cioè “Piccoletto”, per una statura non proprio elevata. Fu uno dei tre simboli del calcio champagne di Achille Lauro che aveva deciso di rafforzare la sua carica di sindaco acquistando e potenziando il Napoli calcio senza badare a spese. Pesaola arrivò insieme a Giancarlo Vitali e al paratissimo (ben 105 milioni di allora) asso svedese Hasse Jeppson in una campagna acquisti sontuosa che mandò in delirio il pubblico partenopeo e che fu il primo caso di intrecci tra politica e calcio.
Figlio di un calzolaio marchigiano e di una donna portoghese emigrati in Argentina, Pesaola si trasferisce in Italia molto giovane ed esordisce alla Roma nella seconda metà degli anni ‘40. Si distingue come attaccante esterno che brilla per la velocità e per finte. Produce una quantità enorme di cross dalle fasce e, favorito dalla piccola statura, realizza molti goal segnati infilandosi tra le maglie della difesa. L’avventura della capitale, però, si chiude con un fatto drammatico. A causa della rottura di tibia e perone, infatti, durante una partita contro il Palermo, Pesaola è costretto a lasciare Roma.
Dopo una lunga convalescenza, passa al Novara calcio con cui disputa due stagioni, e infine, si accasa al Napoli, divenendo uno dei giocatori simbolo della città in cui soggiorna per otto anni. Dal 1952 al 1960 fa gioire il San Paolo coi suoi cross e i suoi gol che, alla fine, saranno 27. Arriva alla corte di Achille Lauro a 27 anni. Nel Novara manda in gol il vecchio Piola e su di lui si apre un’asta tra Milan e Napoli. Ornella, miss Novara, la ragazza bellissima che sta per sposare, gli dice: “Andiamo a Napoli”. Lei conosce “la città del sole” perché c’è stata spesso per via di suo fratello che lavora alla Siae di Pozzuoli. A Napoli viaggio di nozze e squadra. Tra Capri e Positano conclude rapidamente la luna di miele e si presenta al Parker’s dov’è radunato il Napoli del Mister Monzeglio con Amadei, Casari, Comaschi, il vecchio Gramaglia, il terzino ungherese dal tiro potente Eugen Vinyei e persino Manlio Scopigno di passaggio in maglia azzurra. Con Jeppson e Giancarlo Vitali è il terzo acquisto di Lauro per un tridente offensivo memorabile.
Pesaola disputa come oriundo una gara nella Nazionale maggiore e sei nella Nazionale B.
Come allenatore, la cui figura diventa mitologica grazie all’onnipresente cappotto di cammello, conquista uno scudetto alla guida della Fiorentina nel 1969, una Coppa Italia con il Bologna nel 1974 e anche un’insperata salvezza con il Napoli nel 1983 con al fianco Gennaro Rambone. Nel corso di quella stagione resta famosa la sua immagine che abbraccia il rosario prima di un rigore decisivo calciato da Moreno Ferrario. Nel 1970 gli assegnano il premio Seminatore d’Oro.
Eccelso nell’interpretazione delle gare, che affronta con grande sagacia tattica, confessa che in alcune partite, mentre con una mano faceva visibilmente segno alla squadra di avanzare, con l’altra ordinava di retrocedere.
Terminata la carriera da allenatore, Pesaola diventa opinionista per diverse trasmissioni televisive locali e nazionali.
Il 20 novembre 2009, la giunta comunale partenopea gli conferisce la cittadinanza onoraria di Napoli.


Stampa, invia via email, segnala nei tuoi social network



Lascia un commento su questa pagina:

Inserisci le due parole che trovi nel box sottostante: