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I grandi campioni del Napoli calcio: Canè

I grandi campioni del Napoli calcio: Canè
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Il calcio italiano ha da sempre attinto alle energie degli atleti stranieri. Senza quegli esotici innesti né la qualità né l’immaginario collettivo di questo sport sarebbe salito così tanto tra le folle. Così come il Milan ha sempre avuto grande feeling con l’Olanda, il Napoli calcio ha molto acquistato in Sud America. Senza scomodare mostri sacri come Careca o Maradona, anche Canè fu un attaccante importante per la società partenopea.
C’è del romanticismo dietro alla ricerca ossessionante di un talento calcistico all’estero. E’ ovvio che i campioni esistono anche in Italia ma andare a scovare un gioiello in luoghi lontani ed esotici ha un fascino quasi da esploratore d’altri tempi. In questo il Napoli calcio ha da sempre brillato molto. Dal Sud America sono giunti tanti atleti, molti dei quali davvero interessanti. Non solo Maradona o Careca quindi.
Faustinho Jarbas, detto Canè, è un esempio di questi. Originario di Rio de Janeiro, classe 1939, è rimasto alla storia più per quello che fece nelle coppe che in campionato ma al San Paolo lo amarono da subito e lui ricambiò il sentimento.
Canè è cresciuto nella squadra brasiliana dell’Olaria, dove si era messo in luce per una forte propensione al gol aiutato da una tecnica tutta brasiliana. Nel 1962 un emissario del Napoli calcio lo nota e se ne invaghisce sportivamente parlando. L’acquisto del suo cartellino, in verità neanche troppo caro, è il passo succesivo. Arriva nel nostro campionato di Serie A nella stagione 1962-1963. All’inizio stenta davvero molto. Il campioncino, in sette partite, non va mai in rete.
Indossa la casacca azzurra a più riprese nel corso della sua carriera. La prima tranche parte dal 1962 e si conclude con la stagione 1968-1969, poi torna all’ombra del Vesuvio nella stagione 1971-1972 fino alla fine del 1975.
Nel suo palmares può vantare la vincita della Coppa della lpi, nel 1966. Nel 1\969, nella prima finestra fuori da Napoli, fu ceduto al Bari con cui militò per tre stagioni (una in Serie A e due in Serie B) segnando sei gol in 68 partite. Al suo ritorno al Napoli giocò altre tre stagioni segnando 7 gol in 51 partite. Nel 1975 si ritirò.
Ha realizzato 38 reti in Serie A, non è un gran bottino. Il motivo per cui Canè passa alla storia, però, è che è il giocatore che ha segnato più gol con la maglia del Napoli nelle coppe europee (ben 8).
A parte il fatto che col suo arrivo in Italia si esaurisce un po’ la sua vena realizzativa rimangono invariate le sue caratteristiche tecniche. Canè ha un ottimo controllo di palla ed ha un gioco elegante, molto bello da vedere. Il pubblico del San Paolo impazzisce e lo soprannomina “Perla nera”. Cané resta sempre legato alla città di Napolo ricambiando l’amore con un legame di sincera simpatia.
Dopo la carriera da calciatore intraprende, come molti, quella di allenatore prima sulla panchina delle giovanili del Napoli poi su quelle della Frattese, del Turris, dell’Afragolese, del Sorrento e della Campania-Puteolana. Dopo tamto girovagare per la Campania, nella stagione 1994-95, approda finalmente ad allenare il Napoli assieme all’allora direttore tecnico Vujadin Boskov in quanto quest’ultimo, essendo sprovvisto del patentino federale di allenatore, non può ricoprire ufficialmente la carica di allenatore. Alla fine di questa stagione si ritira anche dalla carriera di allenatore rimanendo comunque a vivere a Napoli.


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