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I grandi campioni del Napoli calcio: Giuseppe Bruscolotti

I grandi campioni del Napoli calcio: Giuseppe Bruscolotti
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Nel calcio si vincono le partire quando si fa un gol in più dell’avversario. In Italia, però, molti allenatori hanno capito che è anche importante non prendere reti dall’avversario prima ancora di capire come realizzarne e così il ruolo del difensore ha da sempre avuto grande considerazione presso i tecnici dei nostri club. Uno dei pilastri della difesa del grande Napoli calcio è stato Giuseppe Bruscolotti, soprannominato “O pal e’fierr” e cioè “il palo di ferro”, per via del suo fisico possente.
La miglior difesa è l’attacco. Così recita un adagio popolare nostrano. Non la pensano in questo modo molti tecnici di calcio in Italia. Famosi da sempre per i moduli difensivisti, noi pensiamo innanzitutto a non prenderne. Magari ne risente lo spettacolo ma la concretezza di certi risultati (seppur striminziti come un classico 1 a 0) ha creato le fortune del calcio italiano nel mondo.
Nella storia del grande Napoli calcio non sono mancati difensori importantissimi. Tra i tanti campioni che hanno vestito la maglia azzurra in questo ruolo c’è sicuramente da annoverare Giuseppe Bruscolotti.
Grande nome degli anni settanta ed ottanta, la “Mascella di Sassano”, al secolo Giuseppe Bruscolotti, è nato il 30. 05. 1951 nella ridente cittadina di Salerno. La sua storia con il Napoli calcio è durata la bellezza di sedici anni, dalla stagione 1971-1972 alla 1987-1988. Iniziò a giocare con Antonio Juliano e finì con Maradona. Fu acquistato dal Sorrento capitanato da Achille Lauro che, avendo qualche difficoltà con il bilancio ed essendo sempre un grosso azionista anche del Napoli, propose a Ferlaino l’acquisto del giovane difensore. L’Ingegnere accettò e, dal quel momento, la squadra partenopea ebbe una colonna che non aveva mai cedimenti.
Famosa resta una sua immagine in cui a difesa del suo Napoli, mise la faccia addosso a Donadoni per impedirgli un cross. Il famoso attaccante Olandese della squadra Belga dell’Anderlecht Robby Rensebrink, dopo la gara con gli azzurri del 4 a 4 nel 1977, avendolo visto in azione, si meravigliò moltissimo che il terzino campano non fosse titolare in Nazionale. Purtroppo in quegli anni la geopolitica era troppo forte e non ottenne mai questa sacrosanta soddisfazione. Tutti i più famosi attaccanti dell’ epoca (da Riva a Boninsegna, da Bettega a Rossi), avevano gli incubi prima di vedersela con lui. Era talmente considerato un difensore forte che, quando aveva già 32 anni, la Roma campione d’ Italia fece carte false pur di averlo. Antonio Juliano, però, suo vecchio capitano e in quell’ anno Direttore Generale, non se la sentì di privare la retroguardia azzurra di un simile elemento. Alla Roma probabilmente non sarebbe diventato, proprio alla fine della sua carriera, campione d’Italia nel 1987. Nonostante godesse di grossa stima nell’ ambiente, restò sempre molto umile. A dimostrazione di ciò, indossò in poche occasioni la fascia di capitano, anche quando era di gran lunga il giocatore più anziano.
Giuseppe Bruscolotti ebbe nel San Paolo la sua seconda casa. Fu lì che gli fu affibbiato il soprannome di “O pal e’fierr” e cioè “il palo di ferro”, grazie ad una muscolatura notevole che lo rendeva un atleta unico.
403 presenze con 9 reti il suo curriculum, ornato oltre dallo Scudetto sopra citato. Si portò via anche due Coppa Italia nel 1976 e nel 1987. Il suo nome non potrà che rimanere per sempre sinonimo di fedeltà per i gloriosi colori azzurri del Napoli calcio.



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