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I grandi campioni del Napoli calcio: Ciro Ferrara

I grandi campioni del Napoli calcio: Ciro Ferrara
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Solo tre grandi difensori hanno fatto innamorare il San Paolo. Uno di questi è il mitico Ciro Ferrara, napoletano e del Napoli calcio, che ha vissuto in pieno l’epopea di Maradona e che ora è un nome importante tra gli allenatori. Fisicamente roccioso ma con un cuore immenso. Tra i suoi tanti meriti sportivi ce n’è da aggiungere uno: ha cresciuto Fabio Cannavaro contribuendo, coi suoi consigli, a farlo arrivare al tetto del mondo.
Nominare Ciro Ferrara a Napoli è come nominare un santo. Difensore del Napoli calcio ma più metaforicamente di tutta la città del sole con la sua napoletanità ostentata con orgoglio e per nulla trasfigurata nelle sue glorie torinesi alla Juventus. Ha cresciuto il campione Fabio Cannavaro e poi è cresciuto lui, come allenatore all’ombra di un Marcello Lippi vincitore dei Campionati del Mondo in Germania.
Classe 1967, Ciro Ferrara è nato a Napoli. E’ Napoli.
La sua adolescenza fu difficile. A quattordici anni venne costretto momentaneamente in carrozzella dalla Sindrome di Osgood-Sclatter ma si riprese ben presto ed esordì in Serie A con il Napoli il 5 maggio 1985 al San Paolo contro la Juventus. Proprio Napoli e Juventus saranno le due squadre che gli daranno numerose affermazioni sia in campo nazionale che internazionale.
All’ombra del Vesuvio giocò durante tutta l’era di Maradona e Ferlaino (calciatore dal quale ereditò la fascia di capitano nel 1991) e vinse il primo scudetto e la Coppa Italia nella stagione 1986-1987, poi due secondi posti consecutivi in Serie A ed ancora uno scudetto, nel 1989-1990.
Nella stagione 1988-1989 il Napoli vinse anche il suo primo trofeo europeo, la Coppa UEFA, battendo in finale lo Stoccarda grazie anche ad un suo gol realizzato al volo di destro, servito da un assist di testa di Maradona.
In dieci stagioni vestì la maglia azzurra 323 volte: 247 presenze in Serie A e 12 gol, 47 in Coppa Italia con due segnature ed una in Supercoppa italiana, 28 presenze in Europa ed un gol.
Nel 1994 il suo allenatore Marcello Lippi lascia Napoli per trasferirsi alla Juventus portandolo con sé. Inizia così un nuovo ciclo che durò fino al 2005. Al primo anno vince subito lo scudetto, il terzo della sua carriera ed il ventitreesimo della storia bianconera. L’anno successivo vince la Champions League allo Stadio Olimpico di Roma contro l’Ajax. Ferrara segnò uno dei rigori decisivi.
Con la maglia bianconera ha giocato in totale 358 incontri: 253 partite in serie A (più uno spareggio per l’accesso alle coppe europee) segnando 15 gol; 26 in Coppa Italia; e 3 finali di Supercoppa, con 2 segnature; 74 incontri europei con 3 centri ed una presenza nella Coppa Intercontinentale.
A Torino vinse sei scudetti, una Coppa Italia, quattro Supercoppe Italiane, una Champions Legaue, una Supercoppa UEFA, una Coppa Intertoto dell’UEFA ed una Coppa Intercontinentale. Nella stagione 1996-1997 gli venne affiancato Paolo Montero e per tanti anni composero insieme la coppia titolare bianconera. Prima di ritirarsi nel 2005, vinse ancora in maglia bianconera tre scudetti. Oltre alla finale vinta nel 1996 ha disputato altre tre finali di Coppa dei Campioni, tutte e tre perse.
Il 15 maggio 2005 gioca la sua ultima partita ufficiale, contro il Parma a Torino. Si ritira al termine di quella stagione, vantando in tutto 500 partite in Serie A, nel corso di ventuno stagioni consecutive. È il decimo giocatore italiano di tutti i tempi per presenze.
Fortunato con l’azzurro di Napoli, meno con quello dell’Italia. Ciro Ferrara esordì in nazionale in Italia-Argentina 3 a 1 nel 1987 e in azzurro giocò 49 partite. Tutte le competizioni a cui partecipò in azzurro videro la Nazionale fra le prime quattro. Partecipò infatti ai Mondiali in Italia del 1990 (terzo posto), agli Europei del 1988 (quarto posto) e del 2000 (secondo posto), oltre che alle Olimpiadi del 1988 (quarto posto). Con lui in campo l’Italia non perse nessuna partita di qualificazione al Campionato Europeo del 1996 ma si infortunò prima della competizione e non vi prese parte. Lo stesso accadde per il Campionato Mondiale del 1998 in Francia: partecipò a tutte le vittorie dell’Italia nelle gare di qualificazione e per un grave infortunio saltò la fase finale. Giocò l’ultima sua gara in azzurro, durante agli Europei del 2000, convocato da Dino Zoff. Negli anni successivi, infatti, nonostante alcune ottime stagioni, non venne più considerato da Giovanni Trapattoni, a quel tempo c.t. della selezione azzurra. Il suo score totale in nazionale maggiore fu di 49 partite.



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