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I grandi campioni del Napoli calcio: Luis Vinicio

I grandi campioni del Napoli calcio: Luis Vinicio
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L’importanza di andare in gol ha da sempre dato agli attaccanti un prestigio unico presso il grande pubblico. Quando una squadra individua un bomber lo tiene stretto a sé e le folle se ne innamorano. Successe anche al Napoli calcio, quando arrivò in rosa Luis Vinicio, per tutti noto come ‘O lione per la straripante forza fisica che ne faceva uno dei centravanti di sfondamento più temibile di quegli anni.


Non c’è solo Maradona nella gloriosa storia del Napoli calcio. Tra difensori, centrocampisti ed attaccanti molti campioni hanno calpestato l’erba del San Paolo.
Il brasiliano Luis Vinicius de Menezes (classe 1932), italianizzato in Luis Vinicio, apparteneva a questa categoria.
Giunto in Italia a soli 23 anni dal Botafogo, dove segnava una quantità spropositata di gol, giocò a lungo nel Napoli. Con la maglia azzurra si mise subito in luce come grande realizzatore, arrivando secondo nella classifica cannonieri della stagione 1956-1957 e quarto in quella del 1957-1958.
Generoso e potente in campo, aveva un fisico potentissimo con uno strapotere in campo davvero impressionante. I suoi stacchi di testa erano imperiosi e poco potevano fare i malcapitati difensori nel marcarlo quando usava i muscoli. Per questi motivi, si guadagnò presto il soprannome di 'O lione da parte del pubblico partenopeo.
Nel 1960, dopo 5 stagioni a Napoli e 69 reti, passò al Bologna. Dopo una buona prima stagione fra i felsinei, l’anno successivo giocò solo poche gare venendogli preferito il giovane Nielsen (che sarà poi per due volte consecutive capocannoniere della Serie A).
Nell’estate del 1962 tornò perciò sconsolato in Brasile, non avendo trovato alcun ingaggio presso le squadre italiane. Tuttavia fu presto richiamato in Italia dai dirigenti del Lanerossi Vicenza che gli offrirono un nuovo contratto. L’avventura in biancorosso fu per Vinicio come una seconda giovinezza: dopo un discreto primo anno, tornò a segnare come ai tempi d’oro con 17 reti nel 1963-1964, regalando ai veneti il sesto posto in assoluto e arrivando terzo fra i marcatori. Nel 1964-1965 fu ancora decisivo per il decimo posto in campionato mentre il suo grande anno fu il 1965- 1966: fu inarrestabile con i suoi 25 gol (il primo a raggiungere questa quota dopo di lui sarà un certo Marco Van Basten nel 1991-1992) che gli valsero il titolo di capocannoniere e al Lanerossi il quinto posto davanti a Milan e Roma.
Nell’estate del 1966 arrivò però la sua rovina. Lasciò Vicenza perché chiamato dal furbo Helenio Herrera alla corte della grande Inter. La sua avventura in nerazzurro non fu molto fortunata: disputò appena 8 partite in campionato realizzando un solo gol. In realtà si trattava di una terribile trappola ai suoi danni: Herrera aveva fatto acquistare Vinicio per timore che, essendo in forma strepitosa, venisse preso da qualche squadrone concorrente (Milan o Juve, che mancavano di un vero sfondatore) ma non era intenzionato ad usarlo. Ancora una volta, “Il mago” rovinava la carriera di un ottimo calciatore (in precedenza lo fece con Angelillo e l’anno successivo con il summenzionato Nielsen). Vinicio, infatti, dopo una stagione fatta più di panchine e di snervamenti che di gioco, e non essendo più un ragazzino, la stagione successiva non incontrò più quell’interesse che si era scatenato precedentemente e sfociato nell’acquisto/trappola interista.
A 36 anni chiuse la carriera tornando a casa nel Vicenza, oltrepassando la ragguardevole quota di 150 reti in Serie A e contribuendo con le sue reti all’ennesima salvezza consecutiva dei biancorossi. Cospicuo il suo bilancio all’ombra dei Berici: 141 gare e 68 reti che gli valgono il titolo di bomber biancorosso di tutti i tempi in serie A.
Un grande campione che mosse i primi passi al Napoli e che dal San Paolo spiccò il volo verso una carriera notevole.



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